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counseling e mediazione familiare

La mediazione familiare 

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La mediazione familiare si pone come percorso parallelo alla via giudiziaria, nei casi di separazione e divorzio.
La sua funzione è infatti quella di coprire i vuoti, o la sensazione di perdita, che può produrre un percorso solamente giuridico, inserito in una logica di vincitori e vinti.
La mediazione accompagna nel passaggio verso una nuova realtà, costruita nel rispetto delle esigenze di tutti ma, principalmente, di quelle dei figli.

“La mediazione familiare è un processo in cui un terzo, neutrale e qualificato, viene sollecitato dalle parti per fronteggiare la riorganizzazione resa necessaria dalla separazione, nel rispetto del quadro legale esistente.
Il ruolo del mediatore familiare è quello di portare i membri della coppia a trovare da sé le basi di un accordo durevole e mutamente accettabile, tenendo conto dei bisogni di ciascun componente della famiglia e particolarmente di quelli dei figli, in uno spirito di corresponsabilità e di uguaglianza dei ruoli genitoriali”.
(Charte européenne de la formation des médiateurs familiaux exerçant dans les situations de divorce et de séparation).
 
“La mediazione è una procedura alternative alla lite legale e ad altre forme di assistenza terapeutica o sociale, in cui una terza persona imparziale, qualificata e con una formazione specifica, chiamata mediatore, agisce per incoraggiare e per facilitare la risoluzione di una disputa fra due o più parti.
E’ un processo informale e non basato sul piano antagonista vincitore/perdente, che ha per obiettivo quello di assistere le parti affinchè raggiungano un accordo rispondente ai propri bisogni, ai propri interessi e a quelli di tutti i membri coinvolti.
L’accordo raggiunto dovrà essere volontario, mutuamente accettabile e durevole.
In mediazione l’autorità decisionale resta alle parti.
Il ruolo del mediatore comporta fra l’altro il compito di assistere le parti nell’identificare le questioni, di incoraggiare l’abilità dei partecipanti nel risolvere i problemi ed esplorare accordi alternativi, sorvegliandone la correttezza legale, ma in autonomia dal circuito giuridico e nel rispetto della confidenzialità, o segreto professionale”.
(Haynes, J. M., e Buzzi, I. “Introduzione alla Mediazione familiare. Principi fondamentali e sua applicazione”, Giuffrè Editore, Milano, 1996).